Pete Sampras ed Andre Agassi: la rivalità che ha segnato il tennis, oltre il tennis

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Pete Sampras e Andre Agassi

Ci sono duelli destinati a rimanere impressi nella memoria collettiva degli appassionati di sport. Spesso cogliamo la straordinaria fortuna di esserne testimoni solamente quando non possiamo più assistere alle gesta dei suoi interpreti, e siamo pronti a rimpiangerle. Nell’epoca di sfide eccezionali come quella tra Cristiano Ronaldo e Messi, ci piacerebbe soffermarci sul tennis, la disciplina che più di ogni altra fonda il suo fascino su mitici dualismi come quello quasi ventennale tra Roger Federer e Rafa Nadal.   

Oggi però andiamo ancora più indetro negli anni per parlare della rivalità tra Pete Sampras ed Andre Agassi.

Gli interpreti di un’epoca

Roma, 1989. Sulla terra rossa degli Internazionali di Italia due giovani talentuosi statunitensi si incontrano per la prima volta. I rumors dicono già tanto: si prospetta un futuro roseo per i due atleti, pronti a dominare il palcoscenico degli anni a venire. Il match però non è equlibrato, il giovane Andre vince con relativa facilità: un 6-1 6-2 a suo favore che non offre spazio a repliche, anzi.
Sulle prime, quindi, il giovane Pete non sembra essere all’altezza del confronto. Agassi dirà qualche anno dopo:

Avrei detto che il mio avversario più grande sarebbe stato chiunque, ma non Pete. Giocai contro di lui a Roma nel 1989 e mi dicevo ‘quel povero ragazzo non riesce a tenere una palla in campo”.

Strana la vita, perché proprio con quel ragazzo Agassi avrebbe poi messo in scena la competizione più entusiasmante nel tennis, prima dell’approdo al nuovo millennio.

Poli opposti sotto la stessa bandiera

Cosa ha reso davvero magico questo dualismo?

La risposta è nella natura dei suoi interpeti, considerati unanimamente due poli opposti, fatalmente destinati a fare scintille nel momento del loro incontro su un campo da gioco.

Pete Sampras ed Andre Agassi nascono entrambi negli USA, a quasi 4000 chilometri ed un anno di distanza.

Pete, classe 1971, padre di origini greche e madre spartana, proviene dal Maryland, ma il suo talento assai precoce porta la famiglia a trasferirsi in California perché il ragazzo venga seguito negli allenamenti.

Andre, 1970, viene da Las Vegas e si allena in Florida perchè il padre, ex pugile iraniano, ha sempre voluto vedere uno dei suoi figli diventare professionista di alto livello. Per questo viene accolto nella prestigiosa Accademia di Nick Bollettieri, in Florida.

Pete è un solitario, ha le sue regole ma mostra un’apparenza equilibrata ed elegante.

Andre è un ribelle. La pressione dell’autorità paterna lo porta a mettere in discussione le regole: si presenta con lo smalto sulle unghie, i capelli viola ed i jeans strappati per esprimere il suo dissenso.

È sul finire degli anni Ottanta che comincia quindi ad affacciarsi con prepotenza una sfida “spartiacque” che raccoglie il testimone della meravigliosa rivalità Borg – McEnroe ed anticipa quella odierna tra i giganti Nadal e Federer.

Sampras ha un dritto inimitabile. È un giocatore d’attacco il cui servizio è una sentenza per pulizia e velocità (si viaggia anche sui 215 km/h, non a caso viene soprannominato “Pistol Pete”). Il suo dritto è concretezza pura, i suoi ace lo impongono da subito tra gli astri più precoci del tennis internazionale.

Di fronte, ad ostacolargli il cammino c’è Andre, un giocatore atipico.
Una innata dote di riflesso gli permette di giocare su una risposta bruciante ed imprevedibile, mai vista sui campi di tennis: è capace di lasciare sul posto qualsiasi avversario. Anche il servizio è straordinario per potenza, pur essendo considerato meno efficace di quello di Sampras.

La sintesi è perfetta. Il risultato che ne deriva è un compendio di tecnica pura in cui le caratteristiche dell’uno si infrangono sulle doti dell’altro, e viceversa: il servizio di Pete è inimitabile, ma lo è anche la risposta di Andre, che a sua volta rischia di prestare il fianco alla volèe dell’avversario. Sono due facce estremamente diverse della stessa medaglia a stelle e strisce.

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Gli incontri memorabili

La storia prende una piega diversa dopo quel debutto di Roma.
Sampras e Agassi si incontreranno per ben 5 volte in finali di Grande Slam: in quattro di queste occasioni a risultare vincitore sarà Pete (Us Open 1990, 1995, 2002 e Wimbledon 1999) contro una sola vittoria di Andre all’Australian Open 1995.

Sono forse due gli incroci più importanti che hanno contraddistinto questa rivalità.
Il primo di essi è il quarto di finale dell’US Open 2001, terminato 6-7(7), 7-6(2), 7-6(2), 7-6(5) in favore di Sampras. Il match è passato alla storia perché nessuno dei due atleti riuscì a strappare un servizio all’altro.

La seconda occasione è la semifinale dell’Australian Open 2000, conclusasi invece 6-4, 3-6, 6-7(0), 7-6(5), 6-1 in favore di Agassi al termine di una sfida epica che Andre riesce a fare sua al quinto set di fronte ad uno stremato avversario.

Agassi e Sampras: forse il più “unico” dei duelli del tennis

In più di una decade Pete e Andre si sfideranno 34 volte, con un bilancio finale di 20 a 14 per Pete, capace di prevalere anche in occasione dell’ultima battaglia, la finale degli US Open 2002.

Al di là dei numeri tutt’altro che freddi, nel descrivere due fenomeni in grado di dominare le classifiche (Pete per 286 settimane, Andre per 101), Grandi Slam (Pete 14, Andre 8) e Master Series (Pete 11, Andre 17), parlare di questo dualismo significa andare oltre il tennis.

Si è trattato di vedere all’opera due geni, due differenti stili che solo con il reciproco confronto sono stati in grado di sublimare definitivamente il loro immenso talento.
Dirà Agassi:

Credo che il nostro peggior incubo sia svegliarsi il mattino seguente e ritrovarsi nei panni dell’altro”.

Tanto diversi, e così tanto indissolubili nella loro rivalità.
Pete al servizio, Andre alla risposta.
Un incontro perfetto che pare non aver mai fine.