William Foulke, un fenomeno tra i pali

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Oggi i calciatori vengono sottoposti ad ogni tipo di esame e controllo sul loro stato di forma fisica, ogni chilo superfluo fa scattare l’allarme nei preparatori atletici: 120 anni fa, a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX Secolo, le cose andavano in maniera un po’ diversa, tanto da autorizzare l’esistenza di un portiere che pesasse più di 150 chili.

Un fenomeno da baraccone? Fino ad un certo punto. La storia è quella di William Foulke, soprannominato “Fatty” (“grassone”) per via delle sue dimensioni, che nasce il 12 aprile 1874 a Dawley, nelle Midlands Occidentali.

Conclusi gli studi primari, il giovane Willie trova lavoro quale minatore nella “Blackwell Colliery”:  gioca nella squadra aziendale con buoni risultati e un articolo del “Derby Daily Telegraph” – relativo a una gara nella “Derbyshire Cup” contro l’Ilkeston Town alla vigilia di Natale 1893 – lo mette in evidenza agli occhi degli osservatori dello Sheffield United, da un anno partecipante alla First Division della “Football League”, che lo acquista per 20 sterline nell’estate 1894.

Al suo arrivo a Sheffield, Foulke viene notato più per l’altezza di 1,93 m. che per il peso – assolutamente nella norma – di circa 80 chili.

Sotto l’aspetto economico, Willie arriva a guadagnare sino a 3 sterline a settimana, con un bonus di 50 scellini per ogni vittoria esterna e di 5 per ogni vittoria interna o pareggio in campo avverso: oggi sono cifre che potrebbero far sorridere, ma il salario medio settimanale di un operaio raggiungeva una sola sterlina, mentre anche i più specializzati facevano fatica ad ottenere più di 2,50 sterline.

Però arriva un problema per il portiere dello Sheffield: il suo peso corporeo aumenta fino a raggiungere in poco tempo il quintale: tale crescita lo porta, a toccare i 130, quindi i 140 fino a fermare l’ago della bilancia attorno ai 150 chili.

Ma Foulke non perde granché delle sue doti di agilità, come dimostrano le sue ottime prestazioni con lo Sheffield: nel 1899 il club giunge al secondo posto alle spalle dell’Arsenal e – a cavallo del cambio di secolo – raggiunge la finale della FA Cup in tre occasioni su quattro anni.

Foulke e la Nazionale

A causa del suo carattere non proprio accomodante, i rapporti tra Willie e la nazionale inglese non decolleranno mai: una sola presenza nel 1897, nella partita che vede prevalere l’Inghilterra sul Galles per 4-0.

Questo nonostante le sue qualità tecniche fossero, per l’epoca, invidiabili: fu il primo portiere ad essere dotato di un poderoso calcio di rinvio come pure di un preciso rilancio con la mano, così come il coraggio nelle uscite – ricordiamo che in Inghilterra era consentito agli attaccanti di caricare i portieri avversari in possesso di palla – tanto da essere etichettato nel 1898 come “il miglior portiere al Mondo”.

Una prova? Nel novembre dello stesso anno si gioca Sheffield-Liverpool: l’attaccante dei Reds George Allan lo intimidisce con una carica e – per tutta risposta – Foulke lo afferra per una gamba sollevandolo di peso facendolo poi ricadere pesantemente a terra.

Questo costa l’assegnazione del calcio di rigore da parte dell’arbitro e che, trasformato, fa sì che i Reds si aggiudichino l’incontro per 2-1.

Per i suoi sempre più continui screzi con il pubblico e l’aumento di peso, i dirigenti dello Sheffield lo cedono nell’estate 1905 al neocostituito Chelsea per difenderne i pali nel Campionato di esordio in Seconda Divisione.

Usato forse più come attrazione che non per effettive esigenze di squadra all’ormai 31enne Foulke vengono altresì assegnati i gradi di Capitano che comunque dimostra di ben meritare, respingendo ben quattro calci di rigore e mantenendo la propria porta inviolata in metà delle 34 gare di Campionato disputate.

La leggenda Foulke

Nelle gare interne Foulke piazzava due ragazzini alle opposte estremità dei propri pali perché non ha alcuna intenzione di sobbarcarsi il compito di andare a raccogliere i palloni a fondo campo: introdusse così la figura dei “raccattapalle”, che diventerà storica nel Calcio futuro.

Vi è anche chi sostiene che tale decisione fosse stata presa per evidenziare ancor di più la propria stazza al fine di intimidire gli attaccanti avversari: peraltro Foulke non disdegna di prendere spesso in braccio i ragazzini e chiacchierare con loro, durante lo svolgimento delle partite.

L’esperienza al Chelsea durerà un solo anno: Willie si accaserà al Bradford City ma solo per una stagione, al termine della quale smette di giocare, a 33 anni, dopo 355 presenze in Campionato.

Foulke morirà a soli 42 anni, ufficialmente per cirrosi epatica, come riportato dal referto medico, anche se altre fonti indicano la causa del decesso in una polmonite contratta sulle spiagge di Blackpool dove si guadagnava da vivere sfidando i turisti a segnargli su calcio di rigore.