Le surebet e i pronostici sicuri non esistono
Quando digiti “Pronostici sicuri”
Un po’ tutti gli appassionati di betting, avranno sicuramente già ceduto alla tentazione di cercare su Google risposte a questo genere di domande. “Come vincere le schedine?”, “Come trovare pronostici sicuri?”, “Cosa sono le surebet?” e via discorrendo. Ma come comportarsi nel bel mezzo del cammin di nostra ricerca nella selva oscura on line?
Tanti guru, ma chi ascoltare?
Cercando su Google parole come ‘schedine vincenti‘ o simili, sarete finiti in un mare di articoli e link a guide, gruppi Telegram o addirittura e-book e altro ancora. Ecco, per non affogare nella marea di informazioni, parole e storie di successo (dichiarato e raramente dimostrato), la prima cosa da fare, è potare la vostra visione, la vostra prospettiva. Cioè liberarla dai rami marci che offuscano il vostro percorso verso la verità a cui puntate di arrivare. O per lo meno, alla quale volete avvicinarvi.
Come distinguere i ciarlatani
Semplice! Ci sono piccoli trucchetti per riconoscere chi sta facendo il venditore di sé. Abbiamo stereotipato una serie di atteggiamenti che accomunano un po’ tutti i falsi guru nelle vesti di ciarlatani del betting.
Al primo posto, c’è l’opera di distruzione di tutto ciò che è “diverso da me”. Come distinguere le guide scritte dai ciarlatani? La prima cosa che puoi riconoscere è proprio la tendenza a dedicare interi capitoli alla lista di quali siti e quali tipologie di guide evitare di seguire. Insomma, righe e righe di testo in cui non si dice nulla, se non che tutto quello che hai trovato prima di quell’articolo è fuffa. Per non cadere nello stesso errore, non andiamo oltre con spiegoni inutili.
In secondo luogo, ciò che accomuna questo genere di falsi maestri del mestiere, è la tendenza – ad un certo punto dei loro articoli – ad assumere improvvisamente toni da mental coach del betting. Esortazioni, rimproveri, frasi motivazionali e chi più ne ha più ne metta. Se trovi frasi del tipo “Ora scegli di dire basta a…”, comincia ad allarmarti.
Nel frattempo, una volta che sarai arrivato già a due terzi dell’articolo, ti renderai conto che non hai ancora letto un consiglio su ciò che devi fare, ma solo una serie infinita di siti e consigli da non ascoltare. Fin quando, di punto e in bianco, ecco il link alla sua guida premium, scritta dall’esperto degli esperti e che dovrai acquistare a scatola chiusa alle modiche cifre di 30/40 euro per edizione o abbonamento mensile.
Bene, la vendita del proprio prodotto, comunicata solo alla fine di questi articoli, rappresenta l’altro atteggiamento tipico con cui riconoscere i falsi miti del betting: la vendita infilata sempre e comunque solo alla fine delle guide.
La guida ai falsi miti del betting
In questa guida invece, non puntiamo a venderti niente. Proveremo a darti qualche informazione utile e il più possibile oggettiva su cosa siano le surebet e se davvero conviene investirci. Nel frattempo, proveremo a spiegarti che i pronostici sicuri non esistono e che rappresentano un falso mito. A quel punto, sarai pronto per capire che non esistono schedine vincenti, ma esistono schedine studiate.
Cosa sono le surebet?
La parola “surebet” significa letteralmente “scommessa sicura”. È possibile attraverso un metodo che consiste nello scommettere su tutte le opzioni possibili per una data tipologia di scommessa. Ad esempio, per avere una surebet 1X2 sul bet calcio, il giocatore scommette 1 col bookmaker A, X col bookmaker B e 2 col bookmaker C.
La scommessa sicura dipende dunque dalla proporzione tra il capitale investito e gli scarti di quota offerti da ciascun bookmaker per ciascuna tipologia di pronostico. Questo metodo è matematicamente vincente. Ma in realtà?
Il falso mito delle surebet
Prima difficoltà. Le surebet sono difficili da trovare. Sul mercato del betting, rispetto ai primi anni 2000, le quote offerte sui palinsesti sono molto simili tra loro. Dunque, qualche scarto si trova, ma innanzitutto richiede tantissimo tempo da dedicarne alla ricerca e in secondo luogo, offre margini di pochi spiccioli. Quindi?
Seconda difficoltà. Dato che i margini di guadagno sono bassi, servono non solo tante ore di lavoro giornaliero, ma anche grandissimi capitali affinché il gioco convenga. E tempo e denaro devono andare, invece, il più possibile d’accordo e in economia.
Terza difficoltà. I software non sono affidabili. Presupponendo che consiglino surebet matematicamente valide, spesso presentano due difetti. Essendo sistemi di comparazione automatica, spesso nei loro calcoli escludono alcune limitazioni specifiche di alcuni bookmaker e soprattutto, comprendono le quote offerte da bookmaker non autorizzati AAMS, spesso poco affidabili quanto alla gestione del conto gioco.
I pronostici sicuri non esistono
Dato il boom della ricerca di parole chiave come “pronostici sicuri”, negli ultimi anni è esplosa la moda dei gruppi WhatsApp o dei canali Telegram a pagamento. Di solito, funzionano così: paghi, ti iscrivi e loro ti forniscono “pronostici sicuri”. Prima di abboccare, prova a chiedere un regolamento di utilizzo o semplicemente, una garanzia, soprattutto se ti chiedono di sborsare cifre superiori ai 20 euro mensili.
Sinora, sembra che i pronostici sicuri non li abbia inventati ancora nessuno. E se esistessero, difficilmente sarebbero messi in vendita o alla mercé di tutti, a rischio e pericolo di chi ha inventato il metodo con cui beccarli.
Come comportarsi invece, con i robot che elaborano pronostici su base statistica? Ai fornitori di tali servizi, dovreste innanzitutto chiedere se le scommesse vengono elaborate in base ad un calcolo su base statistica o in base al calcolo delle probabilità. Le statistiche infatti, dicono sempre la verità, ma su ciò che è accaduto nel passato e non su ciò che accadrà in futuro.
Nel caso in cui il fornitore vi rispondesse che i calcoli vengono eseguiti su base probabilistica, la cosa si farebbe sicuramente più interessante. Ma tenete bene a mente che elaborare una percentuale di probabilità teorica è un conto, prevedere il futuro è un altro.
Un consiglio? Copiate e incollate questo genere di domande e rivolgetele a chi millanta pronostici sicuri. Sarà più facile riconoscere di chi non fidarsi. Dopo di che, la scelta di fare o meno questa spesa, toccherà a voi. Importante è farla con un minimo di consapevolezza.
Come vincere le schedine
Ed ecco l’altra frase magica che va per la maggiore nelle ricerche fatte dagli utenti di Google nel biennio a cavallo tra il 2018 e il 2019… la schedina vincente! Per sfatare quest’altro mito, il primo ragionamento da fare è semplice, semplicissimo, si tratta infatti, di una premessa da fare a tutto il discorso.
Più che cercare risposte alla domanda “Come vincere le schedine”, vi consiglio vivamente di cercare risposte a domande del tipo “Come studiare le schedine” oppure “Come studiare una partita di calcio”. Perché? Il ragionamento è più pitagorico di quanto possa sembrare.
Infatti, se è difficile, probabilmente impossibile, parlare di pronostici sicuri, figuriamoci quanto lo sia, elaborare schedine vincenti al 100%. Già, l’altra frase magica, cercatissima su qualsiasi motore di ricerca come in qualsiasi bar dello sport della nostra penisola.
La schedina, come spesso intesa dagli scommettitori principianti, spesso coincide con una multipla, e cioè una scommessa che prevede al suo interno più pronostici su più partite. Be’, potremmo anche non essere stati dei geni della matematica, ma l’aritmetica ci offre subito la sua conclusione. Ecco l’enunciato: “all’aumentare del numero degli eventi inseriti nella schedina, aumenta il numero di combinazioni possibili tra gli stessi eventi e di conseguenza, diminuisce la probabilità di vincita”.
Ma questa conclusione, in realtà è una premessa. Ricapitolando, solitamente, i software non garantiscono il 100% di vincita proprio perché si basano solo sulla statistica, mentre sui risultati degli sport, sia individuali che di squadra, incidono anche altri valori umani e anche molto variabili come la tecnica, la tattica, l’atletica e la psicologia. E immaginate cosa accade quando queste variabili vanno moltiplicate per 22 calciatori titolari, 3 panchinari per parte, un allenatore in prima e un allenatore in seconda da una parte e un altro paio di tecnici dall’altra.
Senza contare tutte le possibili reazioni umane che una squadra potrebbe offrire nella partita successiva ad una sconfitta, ad una lite nello spogliatoio, ad un patto segreto nello stesso, ad un premio partita messo a disposizione dal presidente, alla contestazione di una tifoseria, ad un patto di amore e lotta rinnovato in simbiosi con gli Ultras.
E diciamoci la verità, sono proprio questi aspetti più umani, più vicini a noi, che rendono le scommesse sportive e in particolare, i pronostici serie a, così intriganti. Quando entriamo in un centro scommesse o sul nostro sito preferito, le prime cose a cui pensiamo sono umane più che statistiche.
Prima di giocare una schedina, è più forte di noi, prima di chiederci quanti Under 2.5 ha offerto la Juventus, ci poniamo domande del tipo “Chissà come reagirà la Juventus all’addio di Allegri?”, “chissà come reagirà la Lazio ai dictat di Lotito prima della finale di Coppa Italia?”, “Chissà se Klopp si farà fregare dalla paura di perdere un’altra finale di Champions, dato che in carriera ha già perso 8 finali su 11?”.
Ecco, il punto è proprio questo. A noi italiani, che prima di essere santi, poeti e navigatori, siamo prima di tutto allenatori, piace scommettere perché ci piace entrare nella psiche degli allenatori e delle loro squadre. Ci piace immaginarci al posto loro e spesso scommettiamo anche per vivere il brivido di quell’esperienza almeno in modo virtuale.
“Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”. (Osvaldo Soriano) E generalmente, agli appassionati di calcio, ciò che piace, è proprio giocare a prevedere quelle ragioni misteriose. La scommessa non è altro che una finzione, un viaggio mistico.
Sai che ci sono buone probabilità che non vincerai, ma allo scommettitore medio, ciò che affascina di più, è proprio l’idea di sfidare quella piccola probabilità di vincere. Scommettere consapevolmente è un po’ come godersi fino in fondo un film di fantascienza, sapendo che tutto ciò che vedi non è vero.
Sì, il betting è tutto un quiz
Cosa hai fatto ad esempio prima di vedere Mad Max? Sei entrato nel cinema sapendo che niente di ciò che avresti visto sarebbe stato vero, eppure quei 120 minuti te li sei bevuti tutti d’un sorso, dal primo all’ultimo minuto. Stessa cosa per quei 90 minuti di diretta della domenica. Prima di immergerti nella diretta, cosa fai?
Scegli quanto sei disposto a spendere per quel brivido, fissi la soglia massima e poi ti immergi anima, cervello e a volte anche corpo (sbraitate, urla, pugni al cielo, esultanze, ecc.) nei 90 minuti di finzione che hai scelto di dedicarti. Per la maggior parte degli scommettitori, il piacere del gioco è tutto lì.
Poi se sarà schedina vincente, tanto meglio! Ma anche se non andasse a segno, vuoi mettere l’adrenalina o meglio ancora, la soddisfazione di spiattellare in faccia al cugino juventino, l’unico pronostico centrato della multipla della domenica: cioè la sconfitta della Juventus contro il Genoa? Sì, per molti scommettitori, il betting è tutto (o quasi) qui.
Gioca per divertirti e studia. Perché studiando, affinerai il metodo, non è detto che incrementerai le vincite. Ma ti sarai appassionato al gioco consapevole. E questa consapevolezza ti permetterà di giocare sia senza pressioni e sia senza troppe spese.
Dunque, prima di abboccare a qualsiasi venditore di pronostici sicuri, schedine vincenti e surebet, ricordati perché scommetti. E la maggior parte degli italiani gioca per divertirsi, scommettendo acquista un brivido da vivere consapevolmente per quello che vale, ma fino in fondo, come ad esempio accade durante la diretta. A tal proposito, sul blog di Marathonbet, vi abbiamo offerto 5 consigli utili per il live bet calcio, proprio per suggerirvi come divertirvi in modo misurato nel momento in cui decidete la spesa massima, ma autentico e sconfinatamente coinvolto durante la diretta delle partite.
A proposito, questa volta ci salutiamo così.
“Il calcio è una cerimonia di iniziazione maschile a cui le donne (ma tra i giovani dilagano le appassionate di calcio) partecipano con sbadataggine leziosa, sforzandosi di capire perché i loro uomini assumano posizioni innaturali sulla poltrona, si tuffino sul tappeto insieme con Buffon e insultino di continuo un arbitro che non può ascoltarli” (Massimo Gramellini)