
Vuoi avvicinarti al mondo del basket ma il tuo glossario è ancora molto limitato? Sei un appassionato di sport ma non sei ancora un esperto di basket e vuoi conoscere meglio ruoli, regole e termini un po’ più tecnici?
Allora questo articolo fa al caso tuo, in quanto vogliamo estendere il tuo glossario dedicato al basket e fare una vera e propria guida verso quelle parole e quelle situazioni che vuoi che entrino a far parte della tua conoscenza quotidiana.
Quindi mettiti comodo, non occorre che tu prenda nota in quanto troverai tutto in questo articolo.
Glossario basket, la guida ai termini più curiosi di questo sport
Alley–oop
Questa è una delle giocate più spettacolari, che vede la presenza di almeno due giocatori.
Il primo è quello che alza il pallone, a volte aiutandosi anche con il tabellone.
Il secondo, invece, mentre si trova in volo afferra la palla e la schiaccia dentro al canestro.
Il termine deriva dal francese allez-oop, che è un esercizio usato dagli acrobati del circo prima di effettuare un salto.
Buzzer beater
Viene definito in questo modo un canestro che viene realizzato sul suono della sirena o qualche centesimo di secondo prima di esso.
Affinché questo tiro venga considerato valido, il pallone deve essere rilasciato dalla mano del tiratore prima che la sirena di fine tempo suoni e di conseguenza prima che si accendano le luci rosse poste sul tabellone e sul tavolo degli ufficiali di gara.
Non mancano le situazioni in cui gli arbitri sono costretti a ricorrere all’instant replay per verificare se il canestro sia valido o meno.
Doppia doppia
Si tratta di una statistica che vede un giocatore riuscire a realizzare per almeno 10 volte due fondamentali di questo gioco.
Nel caso specifico questi fondamentali sono i punti, i rimbalzi, gli assist, le palle recuperate, le stoppate e i falli subiti.
Si tratta (come vedremo anche nelle sue evoluzioni ancor più approfonditi) di un dato statistico che può esaltare la completezza di un giocatore, oppure porre l’accento sulla sua voglia di “accentrare” il gioco attorno a sé.
Fade-away
Si tratta di una delle tecniche di tiro più difficili e al tempo stesso più affascinanti che si possano vedere su un campo da basket.
Questa tecnica vede il giocatore effettuare un tiro allontanandosi dal canestro avversario, inarcando leggermente la schiena e mantenendo anche l’elevazione dal terreno per un periodo di tempo superiore.
Si tratta di una tecnica che consente nella maggior parte dei casi di evitare il contatto con il difensore e che abbassa le possibilità di vedersi stoppare il tiro.
Uno dei maestri in questo genere di tiro, soprattutto negli ultimi anni, è il tedesco Dirk Nowitzki.

Final Four
Si tratta della metodologia che viene adottata in diversi tornei nazionali e internazionali di basket per giungere a una conclusione.
A essa si qualificano le migliori quattro formazioni, che si affrontano in vere e proprio finali secondo il metodo del tabellone in stile tennistico.
Si giocano due semifinali, in cui quasi sempre la più forte affronta la meno forte del lotto, mentre la seconda e la terza si sfidano nella seconda semifinale.
Si sceglie questo metodo anche per poter ridurre i tempi “morti”, in quanto si seleziona la stessa location per giocare le due semifinali e la finalissima. Quest’ultima si gioca 24 ore dopo le due semifinali.
Uno dei casi più celebri riguarda le Final Four di Eurolega.
Mismatch
Si tratta di un termine molto tecnico, che viene utilizzato in particolare nelle situazioni di 1 vs 1.
Nel caso specifico, si parla di mismatch quando si affrontano due giocatori dalle caratteristiche fisiche e tecniche molto diverse tra loro.
Ad esempio, se ne parla quando un playmaker o una guardia affronta in un duello in palleggio un pivot.
Oppure se, a parti invertite, il “lungo” viene sfidato a rimbalzo o deve affrontare in difesa un giocatore più piccolo di taglia.

Post basso
Il termine designa il posizionamento “spalle a canestro” di un’ala grande o piccola o talvolta di un centro: l’obiettivo di colui che gioca in post basso è riuscire, attraverso una serie di movimenti e contatti fisici con l’avversario, ad avvicinarsi il più possibile al ferro per facilitare la realizzazione dei punti.

Quadrupla doppia
Questo è il termine che nella pallacanestro definisce una prestazione di un singolo giocatore, capace di raggiungere in una partita la doppia cifra (quindi almeno 10) in quattro delle seguenti voci statistiche: punti, rimbalzi, assist, palle recuperate, stoppate.
Si tratta di una performance estremamente rara, che nel basket moderno non si vede davvero da tantissimo.
Schiacciata
In inglese si dice “slam dunk” ed è un fondamentale della pallacanestro che consiste nel segnare un canestro tenendo la palla con una o due mani e scagliandola dall’alto verso il basso nel ferro.
In un primo momento si trattava di una giocata che apparteneva quasi solamente ai giocatori più alti e più prestanti fisicamente.
In un’era in cui il gioco è diventato sempre più dinamico e atletico, anche giocatori di taglia più piccola riescono a schiacciare grazie alla loro esplosività.
Tra l’altro a questo fondamentale viene dedicato un momento dell’All Star Game della NBA, ovvero lo Slam Dunk Contest.
Tagliafuori
Un giocatore realizza il tagliafuori quando con il proprio corpo riesce a frapporsi tra il canestro e il proprio avversario, impedendogli di andare agevolmente a prendere il rimbalzo.
Conseguenza di un tagliafuori ben eseguito da parte di tutti i giocatori della squadra schierata in difesa è la cattura del rimbalzo difensivo.

Tripla doppia
Si tratta di una statistica che vede un giocatore riuscire a realizzare per almeno 10 volte tre fondamentali di questo gioco.
Per capire quali sono questi fondamentali, ti rimandiamo alla definizione di “doppia doppia” che abbiamo dato qualche riga più in su.
Upset
Con questo termine inglese si definisce una vittoria, inaspettata e per questo sorprendente, dello sfavorito nei confronti del favorito.
Oltre che dalle quotazioni dei bookmakers, vi sono moltissimi modi con cui è possibile stabilire se una certa vittoria è da considerarsi o meno un upset.
Basket, i termini dedicati ai ruoli
Centro
Si tratta, nella maggior parte dei casi, del ruolo che viene affidato al giocatore più “grosso” della squadra, sia per centimetri che (di conseguenza ma non sempre) per peso.
Le caratteristiche di questo ruolo sono quelle di occupare nel migliore dei modi gli ultimi metri di ciascuna metà campo, ovvero la zona sotto al canestro.
Si tratta di un giocatore che vanta grandi proprietà fisiche e di occupazione del proprio “cilindro”, in grado di lottare e quasi sempre avere la meglio nella lotta a rimbalzo e nella difesa del proprio canestro, ricorrendo anche alle stoppate.
Negli ultimi anni, però, soprattutto i giocatori europei di maggior “tonnellaggio” sanno sfruttare le proprie qualità di palleggio per garantire l’uscita palla in mano dopo una buona difesa.
Guardia tiratrice
Spesso e volentieri questo ruolo viene chiamato semplicemente guardia, ed è uno di quelli fondamentali in una partita di pallacanestro.
Le guardie sono generalmente più basse, veloci ed agili rispetto alle ali.
Molte guardie tiratrici possono generalmente giocare anche come ala piccola, ed alcune talvolta possono sostituire i playmaker nella regia.
In ogni caso, come si può intuire dal nome stesso (che in inglese è per l’appunto “shooting guard”) la caratteristica più importante è legata proprio al tiro, sia dalla media che dalla lunga distanza.
Sesto uomo
Il termine indica il giocatore che, partendo dalla panchina, riesce a dare il maggiore contributo alla squadra.
È pertanto considerato il “primo cambio” nella gestione del team e sostituisce i compagni di squadra che ricoprono vari ruoli.
Per questo, viene considerato una specie di jolly in mano dell’allenatore.
Si tratta di un ruolo che prevede anche un premio assegnato al termine di ogni campionato NBA, ovvero quello di “Sesto uomo dell’anno”, che viene stabilito in base alle statistiche realizzate da ciascun “panchinaro” maggiormente usato da ogni franchigia.
Basket, il glossario e la guida ad alcune regole
Bonus
Si tratta di una vera e propria soglia che viene tenuta in considerazione per contare i falli commessi da ciascuna delle due squadre in ogni singolo quarto.
Ogni formazione, infatti, può effettuare fino a un massimo di 5 falli per ciascun periodo di gioco.
Dal sesto in poi, indipendentemente se viene effettuato mentre un avversario tira, la squadra rivale ottiene due tiri liberi.
In questo novero non vengono tenuti in considerazione i falli commessi in azione di attacco.
Se la squadra che difende ha superato il bonus e commette fallo su un giocatore che realizza un canestro, il tiro libero aggiuntivo sarà comunque uno solo e non due.
Doppio palleggio
Si tratta di una delle infrazioni più comuni a livello giovanile e che sta gradualmente sparendo, anche a causa dell’interpretazione molto particolare della regola.
Nello specifico, un giocatore compie doppio palleggio quando sta portando avanti la palla, smette di palleggiare, prende la palla con entrambe le mani e poi riprende a palleggiare.
Flagrant foul
Si tratta della categoria in cui vengono inseriti i falli più gravi, in quello che in ambito europeo e internazionale viene catalogato nello stesso novero, ovvero quello del fallo antisportivo.
Per quanto riguarda il basket americano, in particolare in NBA, esistono due tipi di falli in questa categoria.
Il Flagrant Foul di tipo 1 è un fallo intenzionale ma di minor gravità rispetto al Flagrant Foul di tipo 2.
Quest’ultimo è un fallo antisportivo eccessivamente violento e non necessario e il giocatore che lo commette viene espulso.
Hack-a-Shaq
L’Hack-a-Shaq è una strategia inventata nell’NBA da Don Nelson, ex allenatore dei Dallas Mavericks.
Essa consiste nel fare fallo intenzionalmente sul giocatore della squadra avversaria le cui percentuali di tiro libero siano molto basse, in modo da mandarlo alla lunetta ripetutamente così da mettere in difficoltà la squadra avversaria.
Questa tattica ha preso il nome di Shaquille O’Neal, poiché gli allenatori la applicavano spesso contro di lui, viste le sue difficoltà ai tiri liberi.
Infrazione di passi
Si tratta di uno dei motivi più frequenti per le palle perse in ambito giovanile.
Del resto, si tratta di uno dei fondamentali di questo gioco.
Nel caso specifico un giocatore, dopo aver chiaramente interrotto l’azione di palleggio, può fare massimo due passi prima di liberarsi della palla, sia per un tiro che per un passaggio.
Negli anni la regola ha subìto delle interpretazioni, soprattutto in NBA, tali che la modalità di tenuta della palla da parte del giocatore consentisse un’applicazione diversa della regola stessa.
Palla a due
Potremmo definirlo come il principio di ciascuna partita di basket.
L’arbitro si mette nel centro del campo e all’interno del cerchio centrale viene chiamato un giocatore per squadra a contendersi la prima palla della partita.
Chi vince questa vera e propria contesa ha diritto a rimettere in gioco il pallone da fondocampo all’inizio del terzo quarto, mentre la squadra perdente lo farà all’inizio del secondo e dell’ultimo quarto.

Tre secondi
Si tratta di una delle regole più fastidiose da gestire per un giocatore di basket.
L’area dei tre secondi è quella che si trova sotto a entrambi i canestri, ed è delimitata da un semicerchio.
Se un giocatore, soprattutto in fase difensiva, rimane fermo per almeno tre secondi dentro a questa area, viene fischiato un fallo (non cumulativo per il bonus che abbiamo spiegato prima) e la squadra che attacca ha diritto a un tiro libero, oltre al possesso offensivo con il cronometro dell’azione azzerato.
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