Dimissioni Juventus e indagine Prisma: è così che la storia di Andrea Agnelli al vertice della Juventus si chiude dopo 12 lunghi anni. Lo scorso 28 novembre il Consiglio di amministrazione (Cda) bianconero si è dimesso, alla luce degli ultimi sviluppi dell’indagine Prisma, sommata alla questione della Superlega e al caso delle plusvalenze.
Come si è arrivati a questa decisione? Ripercorriamo insieme le tappe del terremoto nel mondo bianconero, facendo chiarezza su cosa rischiano i singoli indagati e cosa rischia invece la società, distinguendo il percorso della giustizia ordinaria da quello della giustizia sportiva, e su quali potrebbero essere le ripercussioni per il futuro della società.
Caos Juventus
L’indagine Prisma, oltre alla Consob, insieme ad una serie di altre circostanze, ha costituito la goccia che ha fatto trabbocarre il vaso, per cui Agnelli, Nedved e Arrivabene, tutti e tre indagati (per un totale di 15 persone più la stessa Juventus a livello societario), hanno “ritenuto opportuno rimettere al consiglio le proprie deleghe, considerata la centralità e la rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti“.
Perchè si è Dimesso il Cda?
Tutto nasce dall’indagine Prisma, guidata da un pool di magistrati a capo delle investigazioni ormai da un anno e composto dai sostituti procuratori che nel 2006 aveva indagato la Juventus per una delle ipotesi di reato contestate: il falso in bilancio.
Partiamo, però, col fare chiarezza sui fatti dal principio…
La “Questione” Superlega
La Superlega ha costituito uno dei primi motivi di attrito fra Agnelli e John Elkann, di cui la Juve rimane uno dei tre club fondatori. Già a marzo 2021, subito dopo l’annuncio e la frettolosa ritirata del progetto, iniziarono a circolare voci e indiscrezioni su possibili dimissioni di Agnelli, soprattutto per le modalità con cui la vicenda è stata gestita dal punto di vista mediatico.
Il Caso Plusvalenze
Chiuso a livello sportivo con il proscioglimento di tutti gli indagati, il caso delle plusvalenze ha scavato altre fratture all’interno della società. In aggiunta, questa circostanza ha fatto luce su una gestione economica della stessa Juventus che non ha dissipato i dubbi della casa madre su tutto l’andamento del club dopo l’addio di Giuseppe Marotta, un momento spartiacque nella storia bianconera.
L’Indagine Prisma
Il caso Prisma e le precisazioni della Consob sono le ultime tessere del mosaico, quelle decisive. Allo stato attuale, non è ancora chiaro quali possano esserne gli esiti dal punto di vista giudiziari, ma i soggetti coinvolti nelle indagini degli inquirenti sono tanti, a partire dallo stesso Agnelli. Sul filone investigativo si inseriscono da ultimo le indicazioni arrivate dalla Consob relativamente all’ultimo bilancio, per la cui approvazione si arriverà almeno all’assemblea del 18 gennaio 2023, ennesimo rinvio ufficializzato.
Per quanto riguarda l‘indagine Prisma nello specifico, i reati contestati sono:
- falso delle comunicazioni sociali,
- false comunicazioni rivolte al mercato,
- ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza,
- aggiotaggio,
- uso di fatture per operazioni inesistenti.
La Procura Figc ha chiesto gli atti ai pm torinesi, che sono da poco stati trasmessi. Ora il procuratore valuterà se effettivamente ci sono gli estremi per far revocare la sentenza sportiva sulle plusvalenze (per cui la Juve è stata assolta anche in appello) e per l’apertura di un nuovo fascicolo sulle scritture private. Il club rischierebbe dall’ammenda ai punti di penalizzazione.
Dimissioni Juventus e Indagine Prisma
I punti fondamentali dell’indagine Prisma, che è culminata con le dimissioni dei vertici della Juventus, sono riassumibili in tre parti:
- le plusvalenze degli anni 2018, 2019 e 2020,
- la manovra stipendi (marzo-aprile del 2020 e 2021),
- le fatture per compensi ed agenti.
Secondo gli inquirenti emerge una notevole differenza tra i risultati che sarebbero dovuti essere contabilizzati e quelli messi a bilancio al 30 giugno degli anni 2019, 2020 e 2021.
Cosa Viene Contestato ai Bilanci
- Bilancio 2019: perdita di 39,9 e plusvalenze per 49,728. Secondo la procura, la perdita sarebbe dovuta essere di 84,506 e patrimonio netto -13,567 (invece di +31,243).
- Anno 2020 (manovra stipendi) intesa con effetti positivi per 90 milioni di euro. Secondo la Procura, gli effetti finanziari positivi erano per soli 22 milioni di euro (recupero certo e incondizionato di 3 mensilità).
- Bilancio 2020: perdita di 89,7 milioni e plusvalenze per 78,058. Secondo la procura, la perdita sarebbe stata di 236,732 milioni
- Bilancio 2021: perdita di 209,9 milioni e plusvalenze per 28,357. Secondo la procura, la perdita sarebbe dovuta essere 222,477 e patrimonio netto -175,791 anziché +28,827.
A Quanto Ammonterebbero le Perdite della Juventus?
Complessivamente, secondo la Juventus tra il 2019 e il 2021 si sarebbero registrate perdite per 337 milioni di euro, mentre, secondo la Procura, nello stesso arco temporale, le perdite ammonterebbero a 542 milioni: tra le due versioni c’è una differenza di 205 milioni.
La Posizione della Juventus
La società sostiene che gli effetti dei rilievi “sarebbero nulli sui flussi di cassa e sull’indebitamento finanziario netto, mentre sul piano economico e patrimoniale sostanzialmente si azzererebbero a livello cumulato”.
Tutto tecnicamente corretto. Tuttavia i bilanci si presentano su base annuale e non quadriennale.
Reati Contestati ai Dirigenti
- Reato di falso in bilancio (art. 2622 cc) “pena della reclusione da tre a otto anni”
- Reato di manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs. n. 58/1998) “reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro ventimila a euro cinque milioni”
- Reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza (art. 2638 cc) “reclusione da uno a quattro anni”
- Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art.2 D.Lgs 74/2000) “reclusione da quattro a otto anni”
Gli Indagati e Cosa Rischiano
In questo contesto è importante fare differenza tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva. L’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice presidente Nedved e l’ex direttore sportivo Paratici sono indagati per tutte e 4 le fattispecie di reato sopra elencate.
L’amministratore delegato Arrivabene è indagato solo per il reato di falso in bilancio relativo agli anni 2019, 2020 e 2021 (faceva parte del Cda prima di diventare amministratore delegato il 30 giugno 2021), e per manipolazione del mercato e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza (solo per l’anno 2021).
Reati Legali Contestati alla Juventus
La Juventus è indagata in qualità di persona giuridica. L’ipotesi di reato è quella all’art.2, 5 e 25 del D.Lgs n.231/2001, riferita alla responsabilità dell’ente, ai reati tributari e agli abusi di mercato.
Se riconosciuti i reati tributari si applica “la sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote elevabile fino a un terzo”. Per gli abusi di mercato “si applica all’ente la sanzione pecuniaria da quattrocento a mille quote”.
Reati Sportivi Contestati alla Juventus
Il percorso della giustizia sportiva è diverso rispetto a quello della giustizia ordinaria. La Juventus è stata assolta anche in appello nel procedimento sulle plusvalenze. Ma la procura della Figc, sulla base degli ultimi documenti arrivati da Torino, ha aperto un nuovo procedimento sulla parte relativa agli accordi con i giocatori per l’integrazione degli stipendi. Nel codice di giustizia sportiva l’articolo di riferimento è il 31, che riguarda le violazioni in materia gestionale ed economica.
Cosa Rischia la Juventus
Le possibili sanzioni vanno dalla multa all’inibizione dei dirigenti, fino ai punti di penalizzazione. Solo se venisse provata la falsificazione dei documenti contabili al fine di ottenere l’iscrizione al campionato, la pena massima sarebbe l’esclusione dal torneo o la retrocessione.
Tuttavia, anche recependo i rilievi fatti dalla Procura e dalla Consob sui conti della società non si configura uno scenario del genere, anche grazie ai 700 milioni di euro di aumento di capitale negli ultimi tre anni.
Cosa c’entra Cristiano Ronaldo?
In tutta questa complessa situazione, anche il portoghese ex Juventus ha deciso di entrare in gioco. Questa volta, però, non sul campo di gioco, bensì quello legale. Cristiano Ronaldo, infatti si sarebbe mosso ufficialmente per visionare gli atti. Il suo obiettivo? Avere i 19,9 milioni di euro che, secondo lui, gli spettano stando agli accordi.
Gli atti in quesitone riguarderebbero la stagione 2020/2021 e le relative manovre stipendi. Nello specifico, nell’estate del 2021 Ronaldo lasciò la Juventus per il Manchester United: allora il calciatore vincitore di ben 5 Palloni d’Oro avrebbe dovuto ricevere, a scadenze prefissate, le mensilità accantonate.
Stando alle dichiarazioni del giocatore, questo sarebbe avvenuto solo in parte, evidenziando i 19,9 milioni che mancherebbero sulla busta paga di Cristiano Ronaldo. In merito a ciò, CR7 vuole guardare gli atti del procedimento, che, a detta sua, contengono incongruenze, come quella che riguarda la disposizione di Arrivabene agli inquirenti: “Non abbiamo arretrati con Ronaldo”.
Tra questi, appunto, oltre al discusso rapporto con l’Atalanta in merito ai 3 milioni di euro legati all’affare Romero, proprio la questione del portoghese. Si apprende, infatti, che “Cristiano Ronaldo, a mezzo di un proprio difensore, risulta avere depositato in sede penale un’istanza di accesso agli atti ex art.116 c.p.p., nella quale rivendica la propria qualità di creditore della Società, con ciò avvalorando gli elementi d’indagine”.
Conseguenze e Ripercussioni
Il giorno in cui si svolgerà l’assemblea dei soci (in programma il 18 gennaio 2023) sarà già nota la decisione del giudice per l’udienza preliminare sul probabile rinvio a giudizio degli indagati, compresa la Juventus come persona giuridica.
L’ipotesi di reato è riferita alla responsabilità dell’ente, ai reati tributari e agli abusi di mercato. Se i reati fossero riconosciuti, si applicherebbe una sanzione pecuniaria per il club.
La Possibile Esclusione dalle Competizioni Europee
Attualmente la situazione si complica ulteriormente per la Juventus: a rischio la partecipazione in Europa per il club bianconero. Il ruolo di promotore della socità nei confronti della campagna “anti Champions” mediante il progetto della Superlega richia di complicare ulteriormente la posizione del club. Oltre alle numerose investigazioni a cui è ora sottoposta, infatti, la Juve deve sommarne una in più: la UEFA ha deciso di intervenire attivamente aprendo un’inchiesta. Oltre ai problemi nazionali ci sono quelli europei.
Bisogna ricordare, infatti, che la società ha firmato un “settlement agreement” per il deficit di bilancio. Quali sarebbero quindi le conseguenze qualora il quadro non fosse fedele?
Quello che l’UEFA deve capire è la situazione effettiva del bilancio: alla UEFA poco importano spostamenti di cifre da un anno all’altro, intercettazioni e plusvalenze. Nonostante si tratti di problemi molto seri in sede penale, questi non rappresentanto lo scenario adeguato per il campo sportivo.
La Juventus può cavarsela con una multa. Tuttavia, un discorso molto diverso andrebbe fatto se fossero provati pagamenti in nero, ad esempio attraverso società offshore, col fine di non far figurare passivi più alti, ingannando il Fair Play. In questo caso il rischio sarebbe massimo e comporterebbe l’esclusione dalle coppe.
I Possibili Scenari
A seguito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dai Pm, il Gup dell’udienza preliminare può emettere due distinti provvedimenti: il “decreto che dispone il giudizio”, disciplinato dall’art. 429 cpp, oppure una sentenza di non luogo a procedere, contemplata dall’art. 425 cpp.
Un Nuovo Presidente
Nel Frattempo, Exor ha già designato Gianluca Ferrero come successore di Andrea Agnelli alla presidenza della Juventus.
Uomo di fiducia di Elkann, il nuovo presidente della Juventus è stato scelto da Exor per la sua “solida esperienza” e perché in possesso delle “competenze tecniche necessarie che lo rendono la persona più adeguata a ricoprire il ruolo, oltre a una genuina passione per il club bianconero”.