I dieci allenatori che resteranno nella storia del calcio

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Che sia per le loro vittorie, per il loro carattere rivoluzionario, o anche per aver associato la loro fama a squadre leggendarie, ci sono mister che più di altri hanno saputo imprimere il loro nome nella narrazione di questo sport.

La top ten degli allenatori 

Vi presentiamo qui i dieci migliori allenatori destinati ad entrare nella storia del calcio.

  1. VITTORIO POZZO
    E’ il primo allenatore che ha portato l’Italia in vetta al mondo. Ha allenato la nostra Nazionale continuativamente dal 1929, vincendo le Olimpiadi del 1930, i mondiali disputati in Italia nel 1934, replicando nel 38 in Francia. Un uomo che regalò stile di vita e tanta nuova tattica ad un gruppo di “uomini” calciatori.
  2. ERNEST ERBSTEIN
    L’allenatore del Grande Torino. Ungherese si trasferisce in Italia fine anni 30, per giocare nel Vicenza. Nel 1938 le leggi razziali lo colpirono direttamente, e dopo la guerra venne rintracciato dal presidente del Torino Novo, che le affidò la panchina. Dopo aver vinto tutto scomparse anche lui nella tragedia di Superga.
  3. HELENIO HERRERA
    Dopo aver girato il mondo da calciatore e da allenatore, l’allenatore argentino arrivò all’Inter di Moratti nel 1960, e fu per 8 stagioni l’allenatore della Grande Inter. Vinse 3 campionati, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali.
  4. NEREO ROCCO
    L’allenatore triestino era nella panchina rossonera negli anni 60°, l’opposto di Herrera, meno appariscente ma più concreto. E’ stato il primo allenatore a portare in Italia la Coppa dei Campioni nel 1963, ripetendola nel 1968. Vinse 2 Coppe delle coppe e 1 Coppa Intercontinentale. Lo definivano catenacciaro, ma giocava con Rivera davanti a 3 punte.
  5.  ENZO BEARZOT
    Indimenticabile allenatore, che con la vittoria dei Mondiali del 1982, ci regalò un grande sogno. Friulano, soprannominato “Vecio”, detiene il record di panchine della nostra nazionale, con 104 presenze.
  6. ARRIGO SACCHI
    Una delle scoperte calcistiche di Silvio Berlusconi. Il Mister di Fusignano ha cambiato metodi di allenamento e soprattutto ha portato nel calcio idee, che molte volte sono state oggetto di discussioni. Dal 1987 al 1990, vinse con il Milan, 1 Campionato, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee, 2 Coppe Intercontinentali. Lasciò il Milan per passare alla Nazionale.
  7. GIOVANNI TRAPATTONI
    Il Trap, ora ottantenne, è ricordato come calciatore, di aver fermato in Nazionale Pelè. Da allenatore ha vinto tutto nella Juventus dal 1976 al 1986, per vincere il campionato anche nell’Inter. Ha girato l’Europa vincendo con il Bayern Monaco, indimenticabile una sua conferenza stampa colorita in tedesco, Benfica, Stoccarda, Salisburgo, Ct della Nazionale Irlandese. Vincitore di 10 campionati nazionali, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 3 Coppe Uefa, 1 Coppa delle coppe, 1 Supercoppa europea.
  8. PEP GUARDIOLA
    Da giocatore ha vinto tutto sia in Spagna che in Europa. Diventato allenatore del Barcellona, ha condotto la squadra alla vittoria di tre campionati, due coppe nazionali, tre Supercoppe spagnole, due Champions League (divenendo il sesto a farlo sia da calciatore che da allenatore), due Supercoppe UEFA e due del mondo per club, con quattordici trofei in quattro anni è l’allenatore più vincente della storia blaugrana. Ha allenato, Bayern Monaco, e Manchester City. Considerato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, portando il famoso “tiki taka” in tutte le sue squadre.
  9. RINUS MICHELS
    Inventore del gioco totale negli anni 70, è stato appena eletto miglio allenatore della storia del calcio. Olandese intendeva il calcio in maniera rivoluzionaria. Vinse il Campionato Europeo nel 1988, e vinse la Coppa dei Campioni nel 1971 con la grande Ajax di Cruyff.
  10. BILL SHANKLY
    Allenatore del Liverpool dal 1959 al 1974. Bill viene considerato dai tifosi il più grande allenatore della storia del Liverpool. Famosi sono rimasti suoi storici discorsi “Molte persone credono che il calcio sia una questione di vita o di morte, io non concordo con questa affermazione. Posso assicurarvi che si tratta di una questione molto, molto più importante”.